C.J. Leede, “Maeve”

m_maeve-mockup-1Maeve Fly, principessa del ghiaccio nel parco giochi più bramato di Los Angeles, Disneyland, è davvero una ragazza qualunque o ben altro si cela sotto quel vestito sfavillante, i capelli biondi e gli occhi azzurri?

Sono stata affascinata dalla storia fin dalle prime pagine, dove le descrizioni delle “principesse”, dei bambini, di scintillanti attrazioni, sono un velo zuccheroso e appiccicaticcio che nasconde una realtà diversa.
E la prima “diversa” è proprio la protagonista.

Maeve, amante di una particolare letteratura e ossessionata da Halloween, vive con la nonna morente, un’anziana ex stella del cinema conosciuta come Tallulah, e il suo gatto, Gatto Lester.
Fin da bambina capisce di avere qualcosa di differente dagli altri, delle pulsioni, dei gusti… Che non esiterà a seguire, senza rimorsi, ma con un’accettazione piena, vitale, estrema e un’arguzia perfetta nel simulare dietro solo un pizzico di eccentricità e un po’ di dissolutezza.

Se nella prima parte il registro passa dall’inquietante al grottesco con punte di ironia, ben presto le tinte di fanno più fosche, il clima diventa decisamente oscuro, surreale, assoluto.
Questo rispecchia perfettamente l’interiorità di Maeve: più lei lascia uscire il suo vero io, più tutto – lettore compreso – viene risucchiato in un vortice di sangue, dolore, eccessi.
Un abisso nero, urlante: urlo di voglia di vivere e autodistruzione, una dicotomia che ho percepito fortissima nella protagonista, che disperatamente vuole vivere, amare, spingersi fino al limite dell’eccesso, quasi nessuna emozione potesse validare il fatto di esistere, di essere quello che è. Per questo parallelamente straripa tutto il suo dolore di essere sola, non vista, irrimediabilmente una outsider.

Maeve in un certo senso dà voce in modo estremo a una parte presente in ognuno di noi, il desiderio di poter essere se stessi e amati per ciò che siamo.
Questo sentire può maturare e modellarsi positivamente con consapevolezza in molti, ma in Maeve resta primordiale, indomito, selvaggio tanto da accecarla e spingerla alla devastazione di sé per un certo senso di autoconservazione o a una cieca e sterile vendetta.

Romanzo crudo, diretto, viscerale, sfacciatamente impudico, con una protagonista fantastica e molto più complessa di quello che potrebbe apparire a uno sguardo superficiale.
Decisamente non per tutti: un romanzo weird per i più weirdos.

A me è piaciuto molto!

My rating: 4/5

C.J. Leede
Maeve
Ed. Mercurio

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