Il romanzo di Hanna Bervoets, Questo post è stato rimosso, è breve, la trama può lasciare una certa sensazione di insipidità, ma di sicuro non sono pochi gli spunti di riflessione che suggerisce.
La storia intreccia la vita lavorativa e personale di Kayleigh, che lavora presso la società di social media Hexa. Il suo lavoro consiste nel passare per ore e ore al setaccio e revisionare i post che violano la policy aziendale sulla pubblicazione di contenuti, ovvero, ad esempio, violenza, automutilazione, crudeltà verso gli animali.
Dopo un periodo di training iniziale, il lavoro procede a ritmo serrato, spietato, e davanti agli occhi dei dipendenti si susseguono senza sosta post di fronte ai quali la domanda è sempre la stessa, “Va bene lasciare questo sulla piattaforma? E se no, perché no?“, non senza perplessità e angoscia, in quanto il lavoro deve esser eseguito alla perfezione e il più velocemente possibile.
La storia è narrata sotto forma di confessione da parte di Kayleigh al signor Stitic, un avvocato che ora rappresenta i suoi ex colleghi in una causa contro Hexa, e non mancano dubbi ed enigmi che si infittiscono lungo la trama. Vengono sottolineate, in particolare, le ricadute psicologiche che la moderazione dei contenuti ha su tutti i dipendenti: il livello di dissociazione richiesto e provocato da tale lavoro diventa una modalità quotidiana, cambia le loro percezioni e convinzioni, il modo di interagire tra loro, con altre persone e soprattutto con ciò che li circonda e il modo di vedere la stessa realtà. Continua a leggere