“Nell’autunno dell’anno 1589, quando nel ghetto di Praga imperversava la grande moria di bambini, due miseri buffoni ingrigiti, che vivacchiavano divertendo gli ospiti ai matrimoni, se ne andavano per Belelesgasse, che da Nicolasplatz porta al cimitero ebraico. […]
Era immerso nella luce lunare, silenzioso e immobile come il misterioso fiume Sambation, le cui onde si fermano nel giorno del Signore. Le pietre bianche e grigie si appoggiavano l’una all’altra, come se non potessero portare da sole il peso degli anni. Gli alberi innalzavano i loro spogli rami verso le nuvole del cielo come in un lamento folle.”
Era da tanto che mi ripromettevo di leggere Leo Perutz e, complice aver visto un piccolo borgo con un suggestivo ponte di pietra, mi è sovvenuto il titolo di questo libro e ho capito che era il momento di conoscere il grande scrittore ceco.
Magia.
Fin dall’incipit sono rimasta incantata dalle parole, dalla vividezza di immagini e sensazioni, dal fantastico che si insinua nel reale con quotidianità e naturalezza. Continua a leggere